La Recensione DEFINITIVA del nuovo album dei The Last Shadow Puppets – Everything You’ve Come To Expect

di Daniele Salaparuta e Davide Aragona

Pubblicato da The Last Shadow Puppets Venerdì 1 aprile 2016

DANIELE: Non potevamo saperlo, ma ce lo aspettavamo. Non è facile da capire, ma scriveremmo pagine e pagine di emozioni. Tutto ciò che erano, e che sono diventati, Alex Turner e Miles Kane sono riusciti a raccontarcelo nel loro nuovo album. Tutto ciò che sono, ora, The Last Shadow Puppets.

Scontato parlare d’influenze e omaggi ad artisti del passato tanto sia importante il contributo artistico che possiamo apprezzare nel disco, arrivando così ad un originale tributo fatto di esperimenti canori e coinvolgenti melodie.

DAVIDE: In primis voglio dire che sono contento di questa reunion di Alex e Miles. Sembra di tornare tutto d’un tratto al 2008! L’album fa molto ’70s e ’80s, e Daniele saprà spiegare meglio di me alcune chicche musicali. Mi è piaciuto, è un buon album. I significati ci sono, pur celati dalle sonorità di un disco che risulta gradevole, leggero e di facile accesso, anche per i più giovani che tendenzialmente sono portati ad apprezzare un tipo di rock più movimentato.

AVIATION testotraduzione

DANIELERispetto a The Age Of The Understatement, il nuovo album si presenta con una struttura diretta e intuibile, nonostante i repentini cambi di tempo e stile. In Aviation ritroviamo le stesse certezze alle quali eravamo abituati nei precedenti lavori del duo Turner-Kane.

Capiamo che qualcosa di interessante sta venendo fuori ascoltando quanto gli archi in questo disco acquisiscano una notevole importanza nell’identità di ogni canzone, il tutto impreziosito da testi vintage che invocano alcuni dei più grandi parolieri e poeti dello scorso secolo, ed il paragone con Serge Gainsbourg non è affatto provocatorio, lo ha citato lo stesso Alex in una recente intervista.

MIRACLE ALIGNER testotraduzione

DANIELE: La vena ‘soul’ dei Puppets fa sfoggio di sé in ogni minimo particolare andando avanti con le tracce, specie se si ascolta on repeat Miracle Aligner, forse la ballata più simile ad un pezzo degli Arctics, tra le più intime interpretate da Turner. Il materiale fin qui incontrato è già sufficiente per convincerci che l’album è qualcosa di nuovo, sperimentale e maturo. Ma non vogliamo fermarci. La curiosità è troppa.

DAVIDE: Beh, chiedigli quello che vuoi, e lui esaudirà tutto quello che ti serve. Il tono tra il serio ed il faceto sembra ripercorrere alcune tematiche già trattate in Brianstorm, e in qualche b-side degli Arctic Monkeys. Le allusioni sessuali si sprecano e trarne l’esegesi mi sembra fuori luogo, soprattutto a tutela dello sterminato pubblico underage che ci segue.

DRACULA TEETH testotraduzione

DANIELE: Abbiamo azzardato a sottolineare la parola ‘soul’, ma quando ascoltiamo l’intro di Dracula Teeth ritornano in mente le colonne sonore di James Bond, i romantici anni ’80 e l’importanza di lasciare un’impronta, quasi un marchio di fabbrica su ogni canzone, si tratti del virtuoso gioco di note di Miles, le cui abilità con la chitarra non ci sorprende, oppure del complicato testo agevolmente interpretato da Alex.

EVERYTHING YOU’VE COME TO EXPECT testotraduzione

DANIELE: Come scritto in precedenza, i tributi sono molteplici in Everything You’ve Come To Expect e non solo in generale all’interno dell’album, ma soprattutto nella canzone che ne ha dato il titolo. Questa title track, piaccia o meno, è il riassunto della loro maturità artistica.

I toni della voce, la straordinaria destrezza con la quale gli archi illustrano l’immagine sonora del pezzo, l’accattivante struttura artistica per nulla ovvia; tali elementi rendono l’intera esperienza intensa e originale.

THE ELEMENT OF SURPRISE testotraduzione

DANIELE: Non solo stili retrò nell’album dei Puppets. Come in Comedown Machine degli Strokes, stavolta si è cercato di riprodurre il meglio del sound anni ’80. Possiamo parlare di David Bowie in questo caso…

Classico elemento di rottura di un disco. Si susseguono riff vintage accompagnati dal duo vocale intento più che mai ad intraprendere nuove strade, proponendo qualcosa di difficile costruzione. Non per loro.

DAVIDE: Per me la canzone dell’album ove il talento di “paroliere” di Alex si manifesta in maniera più evidente. Niente segnerà davvero il cuore quanto il magico elemento. L’incontro fatto passare per fortuito, il gesto inaspettato, il passo avanti col vento forte contrario, l’attenzione per il particolare e per i colori e le forme che assume, il bacio davvero rubato, ecco l’effetto sorpresa.

Lei è comparsa nella sua vita in maniera fugace ma scavando in profondità, aumentando la temperatura vertiginosamente, e lui adesso non aspetta altro che un cenno, momento propizio di quel “knock your socks off”, per sorprenderla definitivamente e farla sua. Prima però dovrà fare i conti con se stesso, con la scala pericolante che s’inerpica tra sentimento e ragione, attraversare Forche Caudine di messaggi farciti da indecifrabili X, e soprattutto quel colorare di nero gli spazi, il filo spinato, ma non invalicabile, con cui lei ha recintato il terreno delle sue insicurezze.

Quale arduo compito sbrogliare l’intricata matassa, ma nel caso in cui ciò dovesse avvenire, grandi saranno le soddisfazioni. In fondo, non c’è nulla come l’effetto sorpresa.

BAD HABITS testotraduzione

DAVIDE: The Last Shadow Puppets live a Parigi per Canal+. Qui la performance di Bad Habits. Alex Turner sembra essersi scolato una bottiglia di Evian sorgiva trovata nel frigobar prima di salire sul palco… beh, ce l’avevo proprio SUR LE BOUT DE MA LANGUE, per l’appunto.

DANIELE: Solo grazie a Bad Habits ci accorgiamo che qualcosa di già ascoltato in Suck It and See e AM sia stato sapientemente utilizzato in questo lavoro. La canzone è un inno alla stretta collaborazione tra Turner e Kane, nonché punto di raccordo tra il presente e 8 anni prima, dato che si avvicina notevolmente all’allora già acclamata The Age Of The Understatement.

Parte veloce, continua più aggressiva sfociando in un classico ‘blues’, mentre si sfiora l’assurdo nello psichedelico bridge, fino a terminare come iniziato, con il basso che detta legge e Miles che urla come un pazzo mentre si gode il primo singolo uscito, quasi a dover per forza dire a tutti ‘Ecco quello che non volevate, ma ve lo aspettavate, no?’

DAVIDE: Le cattive abitudini. Il tema è andare a far bordello. L’amore a pagamento può sembrar facile e poco impegnativo, ma qui si vuol raccontare di un tizio che alla fine rischia di restarci fin troppo coinvolto! Insomma, un nuovo capitolo sulla letteratura dell’invaghirsi della “piccola” meretrice, proiettando su di lei emozioni e dedicandole attenzioni che di certo non aveva preteso di ricevere.

SWEET DREAMS, TN testotraduzione

DANIELE: Ritorniamo indietro nel tempo. Siamo sicuri qualora ne avesse avuto la possibilità, Turner avrebbe conversato giorni con Shirley Bassey, bevuto qualche drink con Miss Nancy Sinatra mentre componeva Sweet Dreams, TN.

Ballata d’altra epoca, nella quale Alex dimostra non solo di saper scrivere testi più che originali, accompagnati da una voce giovanile, bensì di alterare il suo tono amalgamandolo perfettamente al tempo di marcia sul quale il brano poggia.

DAVIDE: Questa è la canzone che Alex ha dedicato alla sua ragazza Taylor, cresciuta proprio nello Stato americano del Tennessee. Addirittura se l’è pure tatuata sul braccio. Che gli avrà fatto questa? Vien da ridere a pensare che Turner ogni album che fa uscire, un brano sempre lo dedica alla morosa del momento. Secondo me lo fa apposta. Si fermerà a Taylor, o al prossimo disco troveremo un’altra canzone scritta per una nuova modella? Fai il bravo Alex, sei l’unico degli Arctic Monkeys che ancora non ha messo su famiglia!

Belle le parole del “sei il primo giorno di primavera con un septum piercing“, che delineano il contrasto di una figura (e personalità, soprattutto) che irradia bellezza gioiosa e delicata, decorata però dal gelido metallo. Un inno all’amore passionale. Lui ha accumulato talmente tanta frustrazione da chiamare all-in sulla singolar tenzone che frantumerà in mille pezzi lo specchio del bagno, con buona pace dei setti anni di guai! Immaginate la scena di loro due sul pianale del lavandino.

USED TO BE MY GIRL testotraduzione

DANIELEUsed To Be My Girl ripete tutto ciò che è stato fatto nelle 7 canzoni precedenti, non sia per un sound già ascoltato in qualche radio nel lontano 2009. Al tempo il nostro Turner cercava più di qualche sfaccettatura grunge e progressiva, pur riuscendoci in parte con Humbug. Continuano con le idee, prendono e vogliono tutto dal loro già vasto repertorio artistico. E sappiamo che non finirà qua.

DAVIDE: Quando Alex Turner e Miles Kane sembrano entrare nei Kasabian. Quelli vecchi, dei bei tempi di Empire, dico. Ci vedo anche un velato tributo/riferimento a La Chanson de Slogan di Gainsbourg, roba d’alta scuola insomma. Eh, era la mia ragazza sì, ma con tutti questi giochini di dono amore e te lo ricambio con odio, di cuori che si fondono, e deliri vari da rapporti forse passionali ma continuamente sull’orlo del precipizio, lontano non si sarebbe andati comunque. Meno male che alla fine era solo immaginazione, o almeno così dicono.

SHE DOES THE WOODS testotraduzione

DANIELEShe Does The Woods è l’insieme di tutte le caratteristiche precedentemente elencate. Intensa, sensuale, dura e seducente allo stesso tempo. I Puppets non vogliono smentirci e smentire loro stessi, ricreando una spirale di sonorità che solo gli inconfondibili assoli di Miles possono tenere insieme, in quella che può essere definita una canzone coinvolgente e struggente.

DAVIDE: Questa canzone la vedevo bene anche nell’album del 2008, fa molto “Classic Puppets”. Diciamo innanzitutto che in inglese dire “she does the woods” non significa un tubo, è un, chiamiamolo così, “turnerismo”. Comunque, questa è la storia di un amore difficile e idealizzato, del bisogno di una lei che dia un senso alla proprio cammino. Lui sarebbe disposto a tutto, anche ad andare sulla Luna per la sua ninfa creatrice di boschi. Ma lei saprà davvero scacciare i suoi problemi, per atterrare delicatamente dall’alto sull’innamorato?

PATTERN testotraduzione

Come sempre il duo vocale è parte integrante e segno inequivocabile per i The Last Shadow Puppets. In Pattern troviamo un certo coinvolgimento artistico ben più marcato rispetto alla traccia precedente, soprattutto per quanto riguarda gli archi addestrati dal talento di Owen Pallet (doveroso nominarlo, visto il contributo impresso sul lavoro di arrangiamento del disco). In un certo senso ci piacerebbe definirlo come uno storico tributo a loro stessi e a quanto fatto negli anni nelle loro carriere parallele.

THE DREAM SYNOPSIS testotraduzione

DANIELE: E infine c’è l’ultima traccia. Si, quella che da 10 anni caratterizza e dà un tono ai lavori sia di Turner, via Arctic Monkeys, sia di Kane. The Dream Synopsis, il cui testo sembrerebbe per certi versi anche dedicato alle community di fan sparse in tutto il mondo, è una ballata dolce che chiude l’album nei migliore dei modi.

Si possono intuire sonorità tipiche dell’epoca d’oro del brit-pop, un’intimità voluta non solo per il poco colto audience, ma anche per coloro i quali, dopo aver ascoltato Everything You’ve Come To Expect, hanno voglia di riascoltarlo, saperne di più e condividere quelle emozioni vissute, con chi ci è accanto. Quello che ci aspettavamo dai The Last Shadow Puppets.

DAVIDE: We were kissing. It was a secret. Chi non ha mai sognato di baciare di nascosto la ex o la ragazza considerata irraggiungibile? Tutti. Chi ha visto infine quelle oniriche visioni, fra nascondigli, centri città, tempeste di neve, Colossei, corse senza sapere dove andare, poi realizzarsi? Pochi, pochissimi. Ma quando lei tornerà, il sogno finalmente diverrà realtà.

Non è un caso che The Dream Synopsis sia stata scelta per chiudere l’album. Io ci leggo un messaggio, che apparirà anche banale ma… fidiamoci dei sogni. Di chi e cosa sogniamo. E realizziamoli, sono stati inventati per quello.

2 commenti

  1. Belle analisi, mi trovano d’accordo.
    Tutti questi archi, magnifico. Sarò pazzo ma a me il disco sembra peschi dalla canzone italiana, dai ’60 stile Fred Bongusto fino ai ’90 di Gino Paoli.

  2. disco che per me supera abbondantemente la sufficienza. purtroppo le aspettative erano molto più alte ma non credo ci siano canzoni da bocciare ma neanche veri e propri inni, anche se canzoni come sweet dreams tn, pattern e the dream synopsis sono ottimi pezzi

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