Why’d You Only Call Me When You’re High?

Why’d You Only Call Me When You’re High? Un video “strano”. Sembra non essere piaciuto alla gente, pare aver imbarazzato alcuni, forse non ha riscosso i feedback positivi che molti si aspettavano. Eppure…

Eppure è un video geniale, fantastico. Gli Arctic Monkeys sembrano ripercorrere tutta la loro storia di band e vi sono talmente tanti “messaggi nascosti” che catalogarli e provare a interpretarli uno ad uno sarebbe impresa titanica.

Parliamo innanzitutto del “pub“, questo luogo di incontro “mitico” (anche se ormai sembra aver perduto, al giorno d’oggi, tale alone di “miticità”…) per la cultura britannica, molto differente dai nostri bar. E’ qui che molte band hanno trovato fonte di ispirazione per i loro lavori, che quel bizman ha stretto accordi da milioni di sterline, che qualcheduno ha trovato l’amore della sua vita, fatto pace con un familiare… e via discorrendo.
Anche nel video di Teddy Picker, proposto sei, sembrano lontanissimi, anni fa, ritroviamo le Scimmie Artiche sorseggiare una pinta o qualche alcolico. Per non parlare di Cornerstone… Cornerstone, appunto. Questo video e i toni della canzone sembrano affrontare con una visione “più pessimista” e “matura” (in senso anagrafico, intendiamo) quella “ricerca dell’amore”. Nel singolo estratto da Humbug il protagonista assumeva le sembianze de “l’-innamorato-dal-cuore-spezzato-fuori-di-testa”, pronto ad avvicinare chiunque possa avere qualche piccola somiglianza con “la ragazza dell’amor perduto”, giungendo con aria strampalata sino alla sorella, che non ebbe la forza, pur soltanto per qualche istante, di non assecondarlo.

Nel video di Why’d You Only Call Me When You’re High? riecco lo stesso “pazzoide”, ancora alla ricerca della medesima cosa: l’amore. Questa volta il protagonista è cresciuto e a quanto pare non gli basta più “una pinta per dimenticare” quello che da anni va cercando senza sosta in ogni dove: la ragazza dei suoi sogni. Sappiamo bene quanto la “drunk sincerity” possa portare le persone ad avvicinarsi incredibilmente, oppure causare grossi disastri. Badiamo bene: forse Alex inizia a bere “per dimenticare”, ma la sua forte passione per quella ragazza gli fa un brutto scherzo… e “sogna” una conversazione in realtà mai avvenuta (gli ultimi venti secondi del video sono esplicativi). Si affronta anche il tema della “comunicazione contemporanea”: ormai basta solo qualche messaggino sullo smartphone per creare grosse “turbe mentali”!

446112510_640

Alex esce dal pub e sembra proprio di rivivere quella sorta di “cavalcata trionfale” di Richard Ashcroft nella sua Bitter Sweet Symphony, ma stavolta in una salsa del tutto “picaresca”. E qui ritorna il discorso dell’anti-eroe, che già abbiamo affrontato più volte in passato su queste pagine, che Turner rappresenta a tutti gli effetti, pur essendo ormai cresciuto, pur avendo assaggiato il successo e via discorrendo ancora.
Questo video è stato girato proprio nello stesso quartiere nord-londinese di Hoxton (chi conosce la vicina Seven Sisters e le aree limitrofe a Tottenham sa bene che, specie alla sera, non siano propriamente “posti del tutto raccomandabili”), dove Ashcroft camminava solitario e in direzione opposta all’individualismo contemporaneo che lo circondava (e forse, al giorno d’oggi, la situazione appare peggiorata!).

Qui Turner fa più o meno lo stesso percorso, nelle medesime strade, ma con l’aria da “ubriacone allucinato”. Il protagonista del filmato è davvero ossessionato: vede scene di sesso, “di certo non romantiche”, in ogni dove… proprio il contrario di tutto quello di cui avrebbe in quel momento bisogno. Delusioni multiple di un “love dreamer contemporaneo” possono provocare tali turbamenti? Chissà!
Alex arriva a orario tardo, dopo questa sua “perigliosa traversata”, a bussare alla porta della ragazza (sembra una scenetta-tributo a Quadrophenia, quando la vicina si affaccia alla finestra…), che lo snobba totalmente (il nome salvato sulla sua rubrica “Alex band guy” fa oltretutto intendere quanto interesse avesse costei nei suoi confronti già in precedenza…) e lo lascia “outside”, solo e rassegnato, alla sua sbornia e al suo sogno di “fuga da una realtà contemporanea che non lo appaga”.

Si evincono due cose: essere “sognatori” è un male e essere “ossessionati da qualcosa”, che sia l’amore, che sia una “realtà distorta”, è altrettanto un male.

Si gioca molto sul “no-nonsense” ed è difficile provare a dare interpretazioni pienamente esplicative… quindi se non vi ritrovate in questa “chiave di lettura” è assolutamente normale, perché praticamente ognuno potrebbe averne una tutta sua.
Sono gli Arctic Monkeys, d’altro canto… imprevedibili e, talvolta, anche indecifrabili.

2 commenti

Lascia un commento