Svogliate passeggiate pomeridiane tirano fuori gli ululati che getta agli alberi
Torna a casa e sulle sue ginocchia la sporcizia scrive “problemi”
Non c’è altro posto che questo
Voglio che lei mi porti via, lontano nell’erba alta
Circunnavigherà ogni singolo sentiero che mai proverò a percorrere
Ci passano accanto, e noi appena nascosti
Non hanno la benché minima idea
Sono soli, sono a coppie
Indossano scarpe adatte
Indossano caloche viola
(affascinante descrizione della bramosia di chi ama, ma per qualche motivo non può far altro che fantasticare su di uno scenario dove assieme all’amata, magari dietro un cespuglio immaginario, guardano gli altri nella consapevolezza di essere speciali, differenti, celati agli occhi del mondo dei “normali”, ndr)
Lei salterà nel fiume
E tu non desidererai altro che essere l’acqua
Come nessun altro avrebbe potuto fare
Lei crea i boschi
Visi concepiti per la luce del giorno dovrebbero uscire di casa
Andresti tranquillamente due volte da qui alla luna soltanto per baciare metà della sua bocca
Lei dà un senso a tutto questo
Mi rimette con la schiena a terra e mi dimostra che è lì che sono fatto per restare
Sento gli uccellini cinguettare, come se avessero percepito l’arrivo di qualcuno
La vedo illuminata da dietro, guardarmi dall’alto
Di fronte a una tappezzeria naturale, come uno Spirograph di rami
Che volteggiano/danzano nella brezza
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